mercoledì 10 agosto 2016

Arrestiamo l'ignoranza, acceleriamo la conoscenza

16:58:00

Ci sono vegani convinti che sia sufficiente non lavare accuratamente gli ortaggi per assumere la vitamina B12 e politici che ritengono la dieta vegetariana e vegana prive di elementi essenziali per lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti. L'ignoranza, purtroppo, viaggia su più binari e spesso si nutre di verità soggettive e preconcetti e non di dati scientifici e imparziali.
Oramai anche i muri lo sanno: vegetariani e vegani, sia grandi sia piccini, devono assumere tassativamente la vitamina B12 attraverso i vari integratori disponibili in commercio. Venire meno a questa abitudine significa mettere a repentaglio la propria salute e quella dei propri cari. Se non si è disposti a questo piccolo grande accorgimento meglio restare onnivori, limitando comunque il consumo di carne rossa e processata.
L'alimentazione vegana va bene a qualsiasi età – e non lo dico io ma i cervelli dell'American Dietetic Association, della Fondazione Umberto Veronesi, della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (solo per citarne alcuni) – purché sia opportunatamente pianificata e seguita da un esperto, almeno fino a quando non si prende dimestichezza con la piramide vegana. Informarsi solo su internet non basta. Così come non basta leggere i titoli dei giornali, spesso fuorvianti e sensazionalistici, per sentirsi informati. O, peggio ancora, tutelati da Proposte di Legge come quella presentata alla Camera dei Deputati, lo scorso 11 luglio, dall'onorevole Elvira Savino (FI). La PdL n°3972 solo nel titolo sembra rispettare l'Articolo 32 della nostra bellissima Costituzione. La sua richiesta di “Introduzione degli articoli 572-bis e 572-ter del codice penale, concernenti il reato di imposizione di una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita a un minore di anni sedici” non fa infatti riferimento a tutti i regimi alimentari squilibrati e incompleti, ma demonizza solamente quelli veg. I «seguaci» di queste «credenze», si legge nel testo integrale disponibile sul sito della Camera dei Deputati, somministrano ai minori «addirittura bevande ricavate dalla semplice bollitura di mandorle, credendo di poterli fare crescere egualmente senza procurare loro alcun danno». Oltre a citare i recenti casi di cronaca di bambini vegani malnutriti (che vegani non erano affatto), asserisce che i «medici nutrizionisti unanimemente [...] sconsigliano da sempre di far seguire queste diete ai bambini, agli adolescenti, alle donne in stato di gravidanza e durante l'allattamento». Non ci è dato sapere le fonti utilizzate dalla deputata azzurra per la redazione di questo documento (forse Lercio?), ma sicuramente sembra non aver maneggiato studi attendibili e approfondito notizie rivelatesi poi false perché smentite dai fatti.
Ben venga il carcere per quegli adulti che causano con la loro condotta irresponsabile malattie, lesioni personali e morte dei minori. Ben venga che tutti gli adulti – onnivori compresi – siano perseguiti penalmente se colpevoli di un'imposizione alimentare pericolosa per la vita dei propri figli. Ben venga anche questa Proposta di Legge perché potrebbe far compiere un audace e ulteriore passo in avanti al Governo e al Ministero della Salute facendogli prendere una cristallina presa di posizione sulla questione informando adeguatamente gli Italiani con campagne di sensibilizzazione, aggiornando pediatri, ginecologi, medici di famiglia, insegnanti. Basta perdersi in un bicchiere d'acqua, pardon, di latte di mandorla! È tempo di arrestare l'incompetenza, la disinformazione, i pregiudizi. È tempo di accelerare la conoscenza, la prevenzione, l'educazione. Partendo dai banchi di scuola e pure dalle poltrone della nostra classe dirigente. 
Non per smentire l'on. Savino (un po' sì, lo ammetto...) ho rivolto alcune domande al medico nutrizionista che segue l'alimentazione di Cecilia, la dottoressa Rosanna La Carrubba, una laurea in Medicina e Chirurgia, un paio di master in nutrizione e dietetica (anche vegetariana) e dirigente medico presso il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, nonché iscritta alla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana.

La prima volta che ci siamo incontrate per parlare dello svezzamento vegan di Cecilia lei mi ha chiesto se in gravidanza ho assunto, tramite integratore, la vitamina B12. Può spiegare perché è importante assumerla durante la gestazione e nel corso dell'allattamento al seno?
La vitamina B12, per chi è vegetariano/vegano deve essere assunta per tutta la vita, in quanto non presente nei prodotti di origine vegetale. La madre la trasmette al nascituro e quindi deve avere buone scorte.

L'integratore di omega-3 è necessario?
Nell’adulto non necessariamente, ma nella gestante, nella nutrice e nei bimbi piccoli sì.

Durante i nove mesi e nel corso dell'allattamento al seno quali sono gli alimenti che la mamma deve prediligere?
Tutti gli alimenti per una sana e corretta alimentazione, nelle quantità appropriate alla persona.

Lo svezzamento vegan è pericoloso per i bambini? Ci può fornire qualche dato e testo scientifico?
Assolutamente no. L’American Dietetic Association, il Food and Nutrition Board del National Research Council e il National Institute of Nutrition (Canada) considerano le diete vegetariane ben pianificate una valida alternativa in età pediatrica: “Le diete vegetariane correttamente pianificate forniscono alimenti in configurazione adeguata, ma senza eccessi di energia, proteine, grassi, minerali, vitamine, acqua e fibre. Esse soddisfano le esigenze di crescita e sviluppo del lattante o del bambino, sono appropriate per l'età e soddisfano qualunque altro fabbisogno particolare della salute nel singolo soggetto pediatrico”.

Cosa non deve mancare nel piatto di un bambino vegan? È vero che la carne è fondamentale per la crescita e il latte e derivati “rafforzano” le ossa?
Cereali e legumi, frutta e verdura sono per ogni tipo di alimentazione indispensabili. La carne contiene il ferro e il latte e derivati contendono calcio, entrambi contengono la vitamina B12. Nell'alimentazione vegan questi minerali vengono assunti da alimenti di provenienza vegetale e da cibi fortificati. La vitamina B12 deve essere assunta da integratori.

La dieta vegana “limita” l'altezza dei bambini vegan?
Dati in letteratura, si evince che (Messina, 2004; ADA, 2009):
• Il peso alla nascita dei figli di madri vegetariane è simile a quello dei figli di madri non-vegetariane, e rientra nella norma..
• Nel primo anno di vita, il tasso di crescita nei figli di madri vegetariane è normale ma, pur rientrando nella norma, risulta lievemente più basso: questo dipende dal fatto che le madri vegetariane allattano più a lungo al seno.
• Dopo il primo anno, la crescita dei bambini latto-ovo-vegetariani è simile a quella dei loro coetanei non-vegetariani. Alcuni studi suggeriscono che i bambini vegani tendano a essere un po’ più piccoli, ma comunque all’interno dei normali intervalli standard per peso e altezza.

Cosa rischiano i bambini senza un'adeguata alimentazione e senza integratori?
Ritardi di crescita gravi e danni al sistema nervoso irreversibili.

Consiglia analisi del sangue saltuari per valutare i livelli di vitamina B12 e D, folati e omocisteina?
È compito del pediatra valutare il caso e decidere di conseguenza.

Qualora Cecilia decidesse, in età adulta, di mangiare carne avrà problemi?
No, o al limite, gli stessi problemi degli onnivori.

Secondo lei perché la dieta vegana suscita tanta diffidenza?
Forse perché tutto ciò che si discosta dalla “normalità” viene visto con diffidenza. 

Per lavoro le capita di confrontarsi con genitori, vegan e onnivori, sulle questioni alimentari. Quali sono gli errori ricorrenti?
Gli errori, in eccesso o in difetto, li trovo un po’ in tutti gli stili alimentari: troppa carne e insaccati, poca verdura e frutta, negli onnivori; pochi legumi e verdura anche nei vegani e in alcuni un uso eccessivo di dolci; nei LOV spesso un consumo oltre le indicazioni di formaggi e uova.

lunedì 1 agosto 2016

BeeVegan: il gioco, la consapevolezza, il fare

12:16:00

Nebbia nella testa, gelo sulla lingua e calura sulle gote. Queste le condizioni climatiche che una timida cronica come me attraversa prima, dopo e durante un discorso in pubblico. Condizioni che imperversano con gli sconosciuti, infieriscono con i conoscenti, ma si mitigano con gli amici. In linea generale è sufficiente un assembramento di due persone per scatenare il mio personale, inevitabile, fastidioso, imbarazzante, emotivo cortocircuito atmosferico. Quando accade i concetti si dileguano, i ragionamenti si aggrovigliano e le parole si aggrappano alle dita, che a loro volta si arrampicano sugli specchi. E anche se non sempre scivolo nell'abisso nero dell'impasse verbale, l'oratoria resta il mio sport estremo a cui ogni tanto cedo con l'audacia degli scapestrati. Così come ho fatto qualche giorno fa rilasciando un'intervista a RadioVeg (vuoi ascoltarla? clicca qui per il podcast!). Mi sono lanciata senza paracadute e a cuore aperto ho parlato della mia scelta vegan, del blog, di Cecilia. A fine registrazione mi sono resa conto di aver tralasciato alcuni concetti, di non essere stata efficace con altri, di aver abolito l'esistenza dei sinonimi e dei contrari e forse pure dei congiuntivi. Nonostante le mancanze da clima incerto sono riuscita a spiegare, per la prima volta, la scelta del nome di questo blog. Dopo 20 post, 43.340 visualizzazioni di pagine e un'intervista credo sia doveroso spiegarlo anche qui, la mia casa, e attraverso la scrittura, l'unico mezzo di comunicazione che riesce a tenere a bada i miei rossori e le mie incertezze. Perché BeeVegan? Perché combina più elementi: il gioco, la consapevolezza e il fare. Il gioco. Quello delle parole, dei rimandi, dei sottotesti. Bee in inglese significa ape e la sua pronuncia (be) rimanda all'infinito di essere. Sono vegan, sono un'operaia della cultura, sono una piccola ape che diventa furibonda davanti all'orrore, agli sfruttamenti, all'avidità dell'uomo. La consapevolezza. Quella di essere di passaggio e di considerare il pianeta come un grande alveare in cui le azioni del singolo possono avere ripercussioni positive e negative nella vita del vicino e in quella del lontano, in quella del grande e del piccolo. E, pure, in quella del minuscolo: le api, se non ne foste informati, stanno scomparendo. Pesticidi e monoculture hanno intaccato il loro microcosmo e le ripercussioni sul macrocosmo possono diventare preoccupanti. 71 delle 100 colture più importanti a livello globale vengono impollinate dalle api. Un terzo del cibo prodotto al mondo dipende dall'impollinazione di questi insetti, animali tanto piccini eppure tanto strategici per gli ecosistemi, per l'economia, per l'agricoltura. Il fare. Quello che mi fa chiudere il rubinetto quando lavo i denti per non consumare acqua, che mi fa piantare timo e rosmarino sul balcone per nutrire le api, che mi spinge a mangiare pasta e ceci per tenere lontana la gallina dal brodo. È la politica dei piccoli grandi gesti, quei gesti che rendono il mondo, almeno per me, più dolce e meno pungente. Siate operosi. Siate connessi anche fuori dei social. Siate il miele che volete vedere nel mondo!

AGOSTO / la spesa di stagione: frutta e verdura

11:32:00


Anche questo mese la natura ci porta in tavola frutta e verdura dai colori bellissimi e superlativi pure nella ricchezza di sostanze nutritive. Sfruttiamone al meglio tutte le proprietà alternandoli spesso nei nostri piatti. Quando andate al mercato, oltre a comprare ingredienti speciali per le vostre deliziose ricette, state facendo anche una scorpacciata di genuini e freschi toccasana: via quindi a sportine policrome e sgargianti di natura!


/ ERBE E AROMI / 

acetosa
alloro
basilico
erba cipollina
finocchio selvatico
maggiorana
menta
origano
peperoncino
prezzemolo
rosmarino
salvia
timo

/ VERDURA / 
aglio
barbabietole
carote
cetrioli
fagiolini
lattuga
melanzane
patate novelle
peperoni
pomodori
ravanelli
rucola
zucchine

RICETTA DI STAGIONE
Barchette di zucchine con crema di anacardi



/ FRUTTA / 
albicocche
anguria
fichi
fichi d’india
lamponi
nespole
meloni
mirtilli
more
pere
pesche
ribes
susine
uva.

RICETTA DI STAGIONE
Cheesecake senza cottura con mirtilli




 

sabato 30 luglio 2016

Muffin ai mirtilli

12:06:00
Oramai è assodato: la farina integrale non mi vuole bene. È più nutriente e salutare delle farine raffinate, ma anche più capricciosa e imprevedibile, almeno con me. Due successi, un disastro, un disastro, due successi. Dopo il flop della torta per il compleanno del mio compagno mi sono rimessa ai fornelli e sono salita sul podio dei vincitori. Così per un paio di colazioni muffin soffici al gusto di mirtillo hanno accompagnato il mio latte di soia con caffè. Sapevate che questi frutti sono ricchi di vitamina A, B, C e E, rame, selenio, zinco e ferro? No? Ecco, ora lo sapete!

ingredienti
240 gr di farina integrale
120 gr di zucchero di canna
40 gr di fecola di patate
1 bustina di cremor tartaro
250 gr di yogurt di soia bianco
100 ml di olio di girasole
buccia grattugiata di un limone
150 gr di mirtilli

difficoltà
facile

cottura
35 minuti 

preparazione
10 minuti

In una ciotola versa la farina integrale, lo zucchero di canna, la fecola di patate, il lievito, lo yogurt, l'olio di girasole e la buccia grattugiata del limone. Mescola per bene gli ingredienti e se l'impasto risulta troppo liquido aggiungi latte di soia alla vaniglia. Nel composto versa i mirtilli e con un cucchiaio miscela tutto delicatamente. Ungi la teglia dei muffin e versa l'impasto fino a metà stampino. Inforna a 180 gradi per 35 minuti circa e ricordati la prova stecchino!

sabato 23 luglio 2016

La salute dei bimbi vegan (quelli veri) non fa notizia

17:30:00






Manuel, Gaia, Lorenzo, Marta, Alice, Gabriele, Sara. Nomi di fantasia che vogliono però raccontare una realtà autentica, lontana dagli stereotipi e dalla mistificazione dei fatti. Sono i nomi di bambini, quei bambini svezzati e cresciuti senza alimenti di origine animale. Bambini ben nutriti, seguiti da specialisti dell'alimentazione e da genitori attenti e responsabili. Bambini vegan che non fanno notizia perché di sana e robusta costituzione. Non importa se la scienza ha ampliamente confermato che quella vegan sia una dieta senza rischi e non un azzardo di uomini, donne e genitori sconsiderati. Non importa se i bambini vegan forse sono solo un numero ridotto in quella che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce «epidemia silente globale» e che certifica che l'Italia abbia uno dei più alti tassi di obesità infantile fra i paesi occidentali, secondo solo a quello degli Stati Uniti. Non importa se le famiglie vegan hanno un'impronta ecologica più bassa e amano gli animali senza distinzione alcuna e senza paradossi culturali. Non importa se è possibile richiedere un menù cruelty free nelle mense scolastiche senza presentazione del certificato medico, così come ha stabilito una nota dello scorso marzo del Ministero della Salute. Sì, perché il veganismo non è una patologia, mentre è patologica la disinformazione che colpisce gli italiani e alcuni media. A cosa o a chi giova questa visione distorta del veganismo? Molti interessi economici, senza dubbio, sono in gioco. Se i complottismi e le dietrologie non mi appartengono, mia amica è invece l'indignazione che cresce, cresce. Cresce a ogni titolo allarmista e poi smentito, a ogni informazione falsa e non verificata, a commenti superficiali sui social di utenti esperti di tutto e di niente. Ecco come mamma, come cittadina, come giornalista mi indigno, mi interrogo. E mi preoccupo. Della pericolosità della cultura del pregiudizio, delle opinioni che non poggiano su dati ma che partono dallo stomaco, dei danni che un giornalismo frettoloso e senza etica può provocare.
La forza dell'esempio, la positività delle esperienze, la testimonianza diretta come antidoto alle calunnie gratuite, alla condotta riprovevole di alcuni giornalisti, al pressapochismo nei social. Per questo ho scelto di aprire un blog e di raccontarvi di me, della mia bimba, della mia famiglia. Per gli stessi motivi ho chiesto ad alcune famiglie vegan di inviarmi scatti dei loro bambini. Bambini veramente vegan. Sani, belli, burrosi. Una piccola provocazione fotografica per provare come un'educazione alimentare diversa sia comunque possibile e praticabile. Per assicurare e rassicurare sulla crescita in salute di bambini come Manuel, Gaia, Lorenzo, Marta, Alice, Gabriele, Sara. Buone nuove che però non accalappiano click e non mettono in subbuglio lobby e sistemi commerciali. Ma ripeto, non importa.

lunedì 11 luglio 2016

Insalata di farro con carciofi, mais e olive nere

14:08:00

C'è stato un tempo in cui l'odore delle fettine panate si mescolava a quello della protezione solare. Quello delle giornate al mare con mia madre, i miei fratelli, la nonna, gli zii e i cugini. Tutto era fritto, tranne gli ombrelloni, i braccioli e gli asciugamani. Rinunciare al banchetto domenicale? Giammai. La manciata di ore trascorse sulla spiaggia di Ostia – il mare dei romani – era la trasposizione in bikini dei nostri grossi grassi pranzi familiari. Le borse frigo erano macigni. Dentro pasta fredda, lasagne, parmigiana, peperoni e pomodori ripieni, patate al forno, polpette, cotolette, fettine ai ferri, salumi, formaggi, pizza bianca, pizza rossa, olive nere, olive verdi, cocomero e melone. Non so come, ma riuscivamo persino a fare il bagno senza affondare. Col tempo (e forse grazie a qualche indigestione) le borse frigo sono mano mano diminuite. Less is better than more. Solo che less, a casa mia, significava meno di quello, ma più di questo: così valanghe di insalate di riso ci hanno travolto. Anzi stravolto. Uno tsunami in chicchi generato da un fraintendimento linguistico. Ma almeno più leggeri e meno unti tornavamo a casa, sazi solo di mare, risate e castelli di sabbia sul bagnasciuga.
A breve porteremo, per la prima volta, Cecilia al mare. Questa volta non ci saranno mia madre, i miei fratelli, mia nonna, gli zii e i cugini. E neanche l'insalata di riso. Ci saremo solo noi, forse Zenzero e una manciata di chicchi di farro. Ai vecchi ricordi ne aggiungerò dei nuovi aspettando un nuovo tempo. Quello che ci vedrà di nuovo insieme. Sotto il cielo di Ostia o di Catania. E, pensando alle assenze, ci faremo distrarre sul bagnasciuga dalle nuove piccole presenze.

ingredienti
320 gr di farro perlato
300 gr di carciofi a spicchi
150 gr di mais dolce
olive nere
olio extravergine di oliva
sale e peperoncino

difficoltà
facile

cottura
40 minuti

preparazione
40 minuti

Puoi preparare l'insalata di farro con tanti ingredienti diversi e in porzioni abbondanti perché il giorno dopo è ancora più buona. Per la mia ho utilizzato quello che offriva il frigo (mais e olive nere) e il freezer (carciofi). Sì, anche i vegani acquistano prodotti congelati! Per rendere questo pasto più completo e nutriente puoi aggiungere piselli e prezzemolo che col resto si sposano alla grande. Per iniziare fai cuocere per 40 minuti il farro in acqua salata (circa il doppio del suo volume) e togli dal fornello solo quando il liquido sarà completamente assorbito. Nel frattempo in una padella versa i carciofi ancora surgelati con due cucchiai di acqua e falli cuocere, con coperchio, per 10 minuti circa. Quando saranno ben rosolati aggiungi sale, aglio e peperoncino in polvere. Una volta raffreddati puoi aggiungerli al farro, al mais e alle olive. Buon appetito!

mercoledì 6 luglio 2016

Lo svezzamento di Cecilia dagli 8 ai 10 mesi

16:39:00
Mia figlia è un vulcano: rotola, si ribalta, fa il ponte, si mette seduta da sola, prova ad andare a carponi e ride, ride, ride. Ha un faccino vispo e due guanciotte simpatiche che non riesco a smettere di guardare. Sono Cecilia dipendente, lo ammetto. Ma anche lei ha un debole, quello per la mamma: piagnucola se sparisco dall'orizzonte e si dimena dalla felicità appena riaffioro. Quando la mammite diventa acuta do voce alla mia ugola scordata: per le sue orecchie sono la migliore performer del mondo, anzi, dell'Universo. Se intono poi “Singapore” dei Nuovi Angeli (non è una hit di primo pelo, lo so, ma la memoria è importante!) la ipnotizzo all'istante e il lamento si disperde fra le sue risate. Insieme e con poco ci divertiamo molto e, anche il pranzo – l'unico pasto sapido della giornata, così come indicato dalla pediatra – è un momento piacevole: il piatto, dopo 5 minuti e 1.000 sorrisi a sei denti, è vuoto, pulito, luccicante. Sì, Cecilia è una buongustaia e la crescita da manuale ne dà la conferma: quindici giorni fa, a 8 mesi ancora da compiere, pesava 8 kg e 390 gr e la lunghezza toccava circa 68 cm. È tonda, soffice e bianca come un marshmallow.
 
Cosa le diamo da mangiare ora? Più o meno gli stessi alimenti, con qualche nuova aggiunta e maggiori quantità. La sua giornata alimentare è così organizzata:
 
ore 07:30/08:00 colazione
ml 210 di latte di riso formulato con un biscotto
 
ore 12:00/12:30 pranzo
brodo vegetale
pastine, creme o farine di cereali con legumi (in alternativa tofu cagliato con il calcio o yogurt di soia senza zucchero) e verdure di stagione
frutta secca polverizzata
olio d'oliva e olio di semi di lino a freddo
10 gocce di succo di limone
integratori di vitamine (tra cui la B12 e la D) e di omega-3 da fonte algale
 
ore 16:00/16:30 merenda
frutta di stagione o yogurt addizionato con il calcio
 
ore 20:00/20:30 cena
ml 210 di latte di riso formulato con un biscotto
 
Presto inseriremo nella pappa anche le germe di grano e le creme di frutta secca e semi oleaginosi. Il picco di dermatite atopica che ha colpito Cecilia intorno al settimo mese, purtroppo, ha rallentato i nostri programmi. Abbiamo dovuto appurare che non fosse di origine alimentare, togliendo e poi aggiungendo gli alimenti che già avevamo introdotto, per poi ripartire con le varie aggiunte.
 
Questa è la ricetta preferita di Cecilia: fili d'angelo con tofu e zucchina.
Dopo aver schiacciato con una forchetta 20 gr di tofu cagliato con il calcio lo aggiungo in 220 ml di brodo (preparato con acqua calcica e una carota, una patata, una zucchina e 6 fagiolini). Quando inizia a bollire aggiungo 2 cucchiai abbondanti di fili d'angelo e faccio cuocere per 4 minuti. Nel piatto, nel frattempo, schiaccio anche un cucchiaino di zucchina (quella del brodo). La copro con la pastina, aggiungo 2 cucchiaini di mandorle polverizzate, un cucchiaino di olio evo e 10 gocce di limone. Quando la pappa è tiepida è la volta del cucchiaino di olio di semi di lino e, poi, con un paio di bocconi le do l'integratore da fonte algale (il calore, ricordo, ne distrugge l'apporto di grassi omega-3) e le vitamine.

martedì 5 luglio 2016

Smoothie fragole e banana

11:13:00
È piovuto il caldo. Catania e il suo barocco nero di pietra lavica cuociono nel calore di un'estate arrivata in ritardo, ritardissimo. Fuori gli ultimi echi di una città che non conosce il silenzio e che si quieta soltanto in agosto, quando le viuzze del centro storico si fanno attraversare da piedi forestieri e da cuori autoctoni taciturni. Dentro gli ultimi bollori, quelli del brodo vegetale di Cecilia. E mentre lesso insieme alla patata, alla carota, alla zucchina e ai fagiolini mi ripeto che è arrivato il momento, il momento per il mio rinfrescante e genuino smoothie! Così, mentre la bimba dorme e Zenzero pure, mi metto all'opera e preparo la bevanda con una manciata di fragole e una banana.

ingredienti
1 banana
15 fragole
125 ml di latte di mandorla
10 gocce di limone
4-5 cubetti di ghiaccio

difficoltà
facile

cottura 
no

preparazione
5 minuti

Versa il latte di mandorla nel frullatore e aggiungi i cubetti di ghiaccio insieme al limone e alla frutta tagliata grossolanamente. Frulla fino a ottenere un composto liscio e omogeneo e bevi subito! Per lo smoothie, così come per il frullato o le centrifughe, puoi usare tutta la frutta e la verdura di stagione che vuoi variando anche il tipo di latte vegetale. Puoi prepararlo anche solo con acqua o succo di frutta.

Un pizzico di me

Ho manie di piccolezza. Mi piacciono i sassi, le foglie, gli origami. Mi piacciono gli occhi che non mentono, le dita che sfogliano, i piedini che calciano. Mi piacciono le parole semplici e gli haiku complessi, le chiavi che aprono ma non serrano, i coriandoli che volano, le frittelle che ingrassano. Mi piacciono le gocce di rugiada e le bolle di sapone. Sì, mi piacciono le piccole, le piccole grandi cose.

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