sabato 26 novembre 2016

GENNAIO / la spesa di stagione: frutta e verdura

17:21:00

Il freddo pungente di gennaio ci ricorda di fare una bella iniezione di vitamine. Estratti di verdure e spremute di agrumi ci daranno una mano a rinforzare le nostre difese immunitarie che potrebbero essere messi alla prova da raffreddori e influenze varie. Anche questo mese la natura infatti ci porta in tavola frutta e verdura dai colori bellissimi e superlativi pure nella ricchezza di sostanze nutritive. Dai colori caldi dell'arancio e rosso degli agrumi al verde e giallo di mele, pere, kiwi e cavoli. Sfruttiamone al meglio tutte le proprietà alternandoli spesso nei nostri piatti. Quando andate al mercato, oltre a comprare ingredienti speciali per le vostre deliziose ricette, state facendo anche una scorpacciata di genuini e freschi toccasana: via quindi a sportine policrome e sgargianti di natura!


/ ERBE E AROMI / 


prezzemolo
rosmarino
salvia

/ VERDURA / 
aglio 
barbabietole
bietola da costa 
broccoli
broccolo romanesco
carciofi
cardi
carote
cavolfiori
cavolo cappuccio
cavolo verza
cavolini di Bruxelles
cicoria
cime di rapa
cipolle
finocchi
funghi
indivia
legumi secchi
lattuga
patate
porri
radicchio
rape
ravanelli
scalora
scalogno
sedano
sedano rapa
spinaci
tartufi
topinambur
valerianella
zucche

RICETTA DI STAGIONE
Zuppa di zucca e ceci

/ FRUTTA / 
arance
castagne
cedri
clementine
kiwi
limoni
mandarini
mele
pere
pompelmi

RICETTA DI STAGIONE
Insalata di arance, finocchi e melagrana



venerdì 25 novembre 2016

DICEMBRE / la spesa di stagione: frutta e verdura

12:00:00







Giallo, rosso, verde, arancione, viola, marrone. I colori di frutta e verdura incantano anche chi non ne fa molto uso. Peccato davvero non mangiarne perché la tavolozza della natura oltre a dipingere un incanto per gli occhi ci regala, oltre alla forma, anche molta, molta sostanza. Ogni colore infatti incarna specifici nutrienti e mescolarli il più possibile ci aiuterà a soddisfare il nostro fabbisogno giornaliero.
Ma perché è fondamentale rispettare la stagionalità degli alimenti? Semplice: le piante che seguono il loro normale ciclo di vita presentano una quantità maggiore di nutrienti e principi attivi. Frutta e verdura di stagione non solo sono più gustose ed economiche, ma sono pure buone per il pianeta. Comprate pomodori o zucchine in inverno? MALE! Il loro costo ambientale è elevatissimo: per farli crescere secondo i consumi e non secondo natura servono grandi serre riscaldate e illuminate che richiedono molta energia, per non parlare del dispendio di acqua, pesticidi e fertilizzanti.
La natura sta per iniziare il suo periodo di riposo: è in arrivo dicembre! Per fortuna anche con il freddo l'orto non va in letargo ma ci dona una spesa buona naturalmente. Di seguito spunti per far felici le vostre sportine e per le vostre gole golose, invece, qualche ricetta di stagione.

/ ERBE E AROMI / 

coriandolo
finocchietto
rosmarino
salvia
santoreggia
timo

/ VERDURA / 
barbabietole
batata rossa e viola
bietola da costa 
broccoli
broccolo romanesco
carciofi
cardi
carote
cavolfiori
cavolo cappuccio
cavolo verza
cavolini di Bruxelles
cicoria
cime di rapa
cipolle
finocchi
indivia
legumi secchi
lattuga
patate
porri
radicchio
rape
ravanelli
scalora
scalogno
sedano
sedano rapa
spinaci
tartufi
topinambur
valerianella
zucche

/ FRUTTA / 
arance
bergamotto
cachi
castagne
clementine
kiwi
limoni
mandarini
mandorle
melagrana
mele
noci
nocciole
pere
pompelmi
uva

RICETTE DI STAGIONE

domenica 9 ottobre 2016

Polpette di lupini

13:58:00
Se dico lupini cosa vi torna in mente? A me diverse cose. L'estate, le feste patronali, gli ambulanti ai caselli autostradali, la mia città (a Roma, a proposito, li chiamiamo fusaglie), il naufragio della Provvidenza (la barca dei “Malavoglia” di Giovanni Verga) e, da ieri sera, anche queste favolose polpette. I lupini sono antichi legumi, conosciuti fin dai tempi degli Egizi e dei Maya, che riducono grassi e colesterolo, fanno bene al cuore, non contengono glutine e sono portatori sani di fibre e proteine. Aggiungeteli, se non l'avete già fatto, alla vostra lista della spesa e già che ci siete armatevi di pazienza perché ne dovrete sbucciare 250 grammi per questa ricetta. Eh sì, la felicità del palato si raggiunge lupino dopo lupino, fusaglia dopo fusaglia. E, soprattutto, polpetta dopo polpetta. 

ingredienti
500 gr di patate
250 gr di lupini
1 carota
1 zucchina
mezza cipolla
prezzemolo
pangrattato
sale e pepe
olio EVO

difficoltà
facile

cottura
10 minuti

Sbucciate i lupini e frullateli insieme alla cipolla, un pizzico di sale e pepe. Nel frattempo lessate le patate, la carota e la zucchina e dopo averle schiacciatele con una forchetta aggiungetele al composto di lupini che dovrà risultare abbastanza cremoso. Unite un filo di olio, un bel trito di prezzemolo, aggiustate di sale e pepe e mettete in frigo per circa 3 ore. Formate poi delle palline, passatele nel pangrattato e friggete, friggete, friggete!

mercoledì 28 settembre 2016

Biscotti alla cannella

12:37:00
Basta un cucchiaino di cannella e una grattugiata di scorza di limone per rendere speciale un pomeriggio di noia! Così ieri, mentre Cecilia dormiva, ho sfornato una leccarda profumata di biscotti aromatici tondi tondi. Riscaldate le mani, posizionate gli strumenti del mestiere, organizzate gli ingredienti che si parte con la preparazione!

ingredienti
250 gr di farina integrale
120 gr di zucchero di canna
100 ml di olio di girasole
100 ml di latte alla nocciola
1 cucchiaino di polvere lievitante
1 cucchiaino di cannella
1 limone

difficoltà
facile

cottura
30 minuti

preparazione
40 minuti

Setacciate in una ciotola la farina e il lievito. Aggiungete la cannella, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone e mescolate bene. Versate i liquidi e iniziate a impastare prima con l'ausilio di una forchetta, poi passate alle mani. Appena il panetto sarà pronto avvolgetelo nella pellicola trasparente e mettetelo a riposare in frigo per circa 45 minuti. Dopo averlo tirato fuori tamponatelo con uno scottex perché potrebbe risultare un po' “unto” e stendetelo con un mattarello. Con il coppa pasta ricavate circa 20 biscotti e fateli cuocere a 180 gradi per 20 minuti circa.

mercoledì 21 settembre 2016

Timo

11:49:00
L’uccellino Timo era un giardiniere in erba. Ma non un giardiniere qualsiasi. Era giardiniere di sorrisi. Mangiava molti gnocchi e indossava sempre camice a quadrettoni. Le sue piume erano blu come gli occhi del cielo e gialle come la pelle dei limoni. Gli amici lo prendevano in giro: la sua cresta appuntita lo faceva rassomigliare a un unicorno. Ma Timo non si offendeva affatto, anzi, questa similitudine lo lusingava parecchio. Quella notte avrebbe spiccato il volo per costruire il suo nido in città. Si era allenato molto per quel viaggio e le sue ali minute promettevano grandi cose. Portò con sé paure, desideri e un materno promemoria, “Ricordati che sei tuo”, che come un faro avrebbe illuminato quella e tante altre rotte. Quando le luci della metropoli smisero di essere piccole piccole, Timo iniziò la discesa. Il vento soffiava forte, fortissimo, ma il giovane pennuto spingeva più del vento. Un unicorno può tutto, pensava sorridendo. Improvvisò allora acrobazie aeree, volteggi da capogiro e maestose piroette. Si sentii leggero come non mai e i dubbi divennero lievi come nuvole di zucchero filato. Così, dolcemente, planò sul tetto di un palazzo, scrollò le penne e iniziò a scrutare il nuovo orizzonte. Sul suo becco si piantò però una smorfia di sgomento. Il giardiniere vide una geometria fredda e senza colore: niente alberi, niente fiori, niente frutti. Neanche una foglia da calpestare. Il cemento aveva pietrificato tutto, persino i sorrisi. Grigie erano le facce, grigie erano le case, grigie erano le piazze. Gli umani avevano smesso di coltivare la bellezza e nutrivano di morte la vita. La notte lo avvolse con un abbraccio e Timo si addormentò. Al suo risveglio la città era ancora più nuda, coi suoi sbagli e le sue fragilità che vestivano di inverno ogni cosa. Si rimboccò allora la camicia, fece un respiro profondo, chiuse e gli occhi e si mise in ascolto: da qualche parte, ne era certo, c'erano cuori che avevano bisogno di sorridere. Che volevano tornare a sorridere. Tic tic. Ecco il primo ticchettio. Era quello di Candy, una signora dai capelli bianchi e dalle rughe dolci, che da troppo tempo si sentiva sola. Tic tic. Ecco il secondo ticchettio. Era quello di Mario, uno scolaretto diligente con la passione per il pallone e un papà troppo indaffarato per giocare. Tic tic. Ecco il terzo ticchettio. Era quello di Marta, una poetessa senza versi e un taccuino bianco in cerca di inchiostro. Tic tic. Ecco il quarto, poi il quinto, il sesto, il settimo ticchettio. Timo li raggiunse tutti e a ciascuno consegnò dei semi speciali da interrare al centro e ai margini della città. Il sole si alternò alla pioggia, la pioggia al sole e in poco tempo i semi speciali divennero alberi, fiori e frutti e tutti tornarono a sorridere. Candy fece amicizia con Pina, una maestra in pensione dal pollice verde. Mario e il papà, diventati custodi delle aiuole del quartiere, si divertivano a innaffiarsi a vicenda. Marta aveva ripreso a scrivere. Quella bellezza condivisa le fece germogliare nuovi raccolti di parole. E il giardiniere di sorrisi? Timo non smise mai di mangiare gnocchi, di indossare camicie a quadrettoni e di volare fiero e coraggioso, come un unicorno. Più di un unicorno.

venerdì 16 settembre 2016

È vero. Tiri fuori energie che non sapevi di possedere nonostante le notti in allerta e i sogni troppo corti

13:21:00

È vero. Tiri fuori energie che non sapevi di possedere nonostante le notti in allerta e i sogni troppo corti. È vero. La tua vita cambia, quella sopra i fianchi e quella sotto gli occhi. Prima sei casa che accoglie, che avvolge, che nutre, che protegge. Poi diventi abbraccio, sponda, attracco rassicurante. È vero. C'è un prima e un dopo, una nuova io e un nuovo noi. E sì, il ventre si svuota, ma tu continui a custodirla anche fuori di te: mentre mangia, mentre dorme, mentre gioca, mentre scopre quel mondo che tu abiti da un po' e che a volte non ti piace. Anzi, spesso non ti piace. È vero. Cerchi di tenere a bada tutti i mostri, i tuoi e pure quelli degli altri. I tuoi occhi non vogliono guardare, le tue orecchie non vogliono ascoltare, il tuo cuore non vuole soffrire. Nove mesi, quaranta settimane, milleduecento giorni di distanza dall'orrore e dal dolore perché non vuoi essere mezzo, semmai complice della sua innocenza. È vero. Non potrai proteggerla per sempre, ma per sempre vorrai essere per lei casa che accoglie, che avvolge, che nutre.

mercoledì 14 settembre 2016

Salame dolce

11:51:00
L'ho sempre divorato con piacere. Il salame di cioccolato, noto anche come salame turco o vichingo, piace proprio a tutti. A grandi, piccini e pure a Nonna Papera che negli anni Settanta lo inserì nel suo manuale di ricette per bambini. Potevo non sperimentarne la ricetta vegana? Ovviamente l'ho fatto. Il primo test, ahimé, è stato un discreto flop: il mio salame è risultato troppo “cioccolatoso” e poco “biscottoso” (e la mia amica Giuliana ne sa qualcosa!). Così, ho ridotto il quantitativo di cacao e le mie manine sante, invece di accendere il minipimer, hanno direttamente frantumato i biscotti. È stato molto liberatorio, ma non quanto leccarsi le dita dopo aver amalgamato l'impasto. Sono sacrifici che la cucina impone e io, modestamente, non mi tiro mai indietro!

ingredienti
250 gr di biscotti vegetali
2 cucchiai di zucchero di canna
3 cucchiai di cacao amaro
3 cucchiai di mandorle tritate
½ bicchiere di bevanda alla soia

difficoltà
facile
 
cottura
senza cottura
 
preparazione
15 minuti 

Prendi una ciotola e rompi in maniera grossolana i biscotti. Aggiungi lo zucchero, il cacao, le mandorle e il latte di soia. Amalgama gli ingredienti e lavora l'impasto dandogli una forma abbozzata di rotolo. Riponilo su una pellicola e avvolgilo continuando a lavorarlo con le mani. Se non hai paura dell'effetto “cioccolatoso” puoi anche optare per la “panatura” finale nel cacao amaro. Metti infine il “salame” in frigo e gustalo il giorno dopo con un po' di marmellata.

lunedì 12 settembre 2016

Men save the bees!

11:44:00






La professoressa Gaetana Mazzeo, laureata presso la Facoltà di Agraria di Catania nel 1986, ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Entomologia agraria nel 1993. Oggi è Professore Associato dell'Università degli Studi di Catana - Dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente. Ha tenuto numerosi insegnamenti, tra i quali "Apicoltura e produzioni apistiche" e "Tutela e ruolo funzionale della biodiversità animale". Attualmente è coinvolta in un progetto di ricerca (DATABEES), che studia la caratterizzazione morfometrica di Apis mellifera. Grazie al mio amico e suo collega Salvatore Bordonaro, ho potuto inoltrarle qualche domanda.

Le regine della biodiversità sono in pericolo. Può spiegarci perché l'impollinazione è così importante e quali sono esattamente le cause di questa moria? Quali sono le misure prese dall'Italia? 
L’impollinazione delle piante fanerogame angiosperme si realizza con lo spostamento del polline (gamete maschile) sull’organo femminile del fiore in modo che il polline possa raggiungere l’ovulo e fecondarlo, secondo il normale processo di riproduzione sessuale, per costituire un nuovo individuo che porterà in sé i caratteri genetici provenienti da entrambi i sessi. Le piante si riproducono anche per via asessuale (talee, margotte, stoloni, ecc.), ma in questo caso gli organismi che ne derivano hanno gli stessi geni della pianta da cui hanno avuto origine. La variabilità genetica, che invece si ottiene con la riproduzione sessuale, garantisce agli organismi viventi la possibilità di poter adattarsi alle mutevoli condizioni in cui le loro popolazioni vivono. Per questo motivo l’impollinazione rappresenta un momento importante e delicato nel ciclo vitale di tali organismi vegetali. I più efficienti impollinatori sono gli insetti e, tra questi, gli imenotteri apoidei (comprendono sia l’ape mellifera sia tutte quelle api definite “selvatiche” – wild bees –). Gli apoidei, grazie alle loro caratteristiche morfologiche e biologiche, sono in grado di visitare i fiori per prelevare nettare e polline da utilizzare per la loro alimentazione e quella delle loro larve, effettuando nel contempo l’impollinazione. Vivendo nell’ambiente e esplorandolo attivamente, essi sono particolarmente esposti all’inquinamento ambientale prodotto principalmente dalle attività umane (industriali, agricole, ecc.) che costituisce una delle tante cause della moria di api. Altre cause sono da ricercarsi nella degradazione dell’ambiente, nella riduzione e frammentazione delle aree naturali, nelle malattie che colpiscono tali insetti e tante altre ancora. Numerosi studi al riguardo sono stati condotti in tutto il mondo e riguardano sia l’ape mellifera sia gli apoidei selvatici.
In Italia da qualche tempo c’è una certa attenzione verso tale fenomeno e la salvaguardia dell’ambiente e delle api. Diverse misure sono state prese, come ad esempio, il divieto di usare i neonicotinoidi, utilizzati in agricoltura, proprio per proteggere le api. Bisogna, inoltre, aggiungere che l’immissione di pesticidi nel mercato prevede una serie di controlli molto stringenti che comprendono anche i test di tossicità sulle api. 

Amyisla Mc Combie

Solo in Europa, ben 4 mila varietà agricole dipendono dagli insetti impollinatori (bombi, mosche, farfalle). Quali sono le colture più a rischio?
Le colture a rischio possono essere quelle per cui l’impollinazione entomogama è esclusiva e non possono essere impollinate da altri agenti, ovvero, ma questo per fortuna è un caso meno frequente, quelle impollinate da una precisa specie di insetti che è l’unica ed esclusiva impollinatrice di quella specifica specie vegetale. 

L'agricoltura intensiva non è sostenibile per nessuno (animali, uomini, pianeta). L'Italia si sta muovendo verso un'agricoltura ecologica? La ricerca è supportata adeguatamente da finanziamenti pubblici?
L’Europa e l’Italia si stanno muovendo verso metodi di produzione più sostenibili dal punto di vista dell’ambiente e della salute. A seguito della DIRETTIVA 2009/128/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, in Italia è stato emanato il PAN (Piano di azione nazionale) (Decreto 22/1/2014) che si propone di realizzare un uso sostenibile dei pesticidi riducendone i rischi e gli impatti sulla salute umana e sull’ambiente. Il PAN si propone tra l’altro, di: prevedere la difesa a basso apporto di prodotti fitosanitari delle colture agrarie, al fine di salvaguardare un alto livello di biodiversità e la protezione delle avversità biotiche delle piante, privilegiando le opportune tecniche agronomiche; prevedere un incremento delle superfici agrarie condotte con il metodo dell’agricoltura biologica.

Un pizzico di me

Ho manie di piccolezza. Mi piacciono i sassi, le foglie, gli origami. Mi piacciono gli occhi che non mentono, le dita che sfogliano, i piedini che calciano. Mi piacciono le parole semplici e gli haiku complessi, le chiavi che aprono ma non serrano, i coriandoli che volano, le frittelle che ingrassano. Mi piacciono le gocce di rugiada e le bolle di sapone. Sì, mi piacciono le piccole, le piccole grandi cose.

Ultimi post inseriti

Random

"