sabato 30 luglio 2016

Muffin ai mirtilli

12:06:00
Oramai è assodato: la farina integrale non mi vuole bene. È più nutriente e salutare delle farine raffinate, ma anche più capricciosa e imprevedibile, almeno con me. Due successi, un disastro, un disastro, due successi. Dopo il flop della torta per il compleanno del mio compagno mi sono rimessa ai fornelli e sono salita sul podio dei vincitori. Così per un paio di colazioni muffin soffici al gusto di mirtillo hanno accompagnato il mio latte di soia con caffè. Sapevate che questi frutti sono ricchi di vitamina A, B, C e E, rame, selenio, zinco e ferro? No? Ecco, ora lo sapete!

ingredienti
240 gr di farina integrale
120 gr di zucchero di canna
40 gr di fecola di patate
1 bustina di cremor tartaro
250 gr di yogurt di soia bianco
100 ml di olio di girasole
buccia grattugiata di un limone
150 gr di mirtilli

difficoltà
facile

cottura
35 minuti 

preparazione
10 minuti

In una ciotola versa la farina integrale, lo zucchero di canna, la fecola di patate, il lievito, lo yogurt, l'olio di girasole e la buccia grattugiata del limone. Mescola per bene gli ingredienti e se l'impasto risulta troppo liquido aggiungi latte di soia alla vaniglia. Nel composto versa i mirtilli e con un cucchiaio miscela tutto delicatamente. Ungi la teglia dei muffin e versa l'impasto fino a metà stampino. Inforna a 180 gradi per 35 minuti circa e ricordati la prova stecchino!

sabato 23 luglio 2016

La salute dei bimbi vegan (quelli veri) non fa notizia

17:30:00






Manuel, Gaia, Lorenzo, Marta, Alice, Gabriele, Sara. Nomi di fantasia che vogliono però raccontare una realtà autentica, lontana dagli stereotipi e dalla mistificazione dei fatti. Sono i nomi di bambini, quei bambini svezzati e cresciuti senza alimenti di origine animale. Bambini ben nutriti, seguiti da specialisti dell'alimentazione e da genitori attenti e responsabili. Bambini vegan che non fanno notizia perché di sana e robusta costituzione. Non importa se la scienza ha ampliamente confermato che quella vegan sia una dieta senza rischi e non un azzardo di uomini, donne e genitori sconsiderati. Non importa se i bambini vegan forse sono solo un numero ridotto in quella che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce «epidemia silente globale» e che certifica che l'Italia abbia uno dei più alti tassi di obesità infantile fra i paesi occidentali, secondo solo a quello degli Stati Uniti. Non importa se le famiglie vegan hanno un'impronta ecologica più bassa e amano gli animali senza distinzione alcuna e senza paradossi culturali. Non importa se è possibile richiedere un menù cruelty free nelle mense scolastiche senza presentazione del certificato medico, così come ha stabilito una nota dello scorso marzo del Ministero della Salute. Sì, perché il veganismo non è una patologia, mentre è patologica la disinformazione che colpisce gli italiani e alcuni media. A cosa o a chi giova questa visione distorta del veganismo? Molti interessi economici, senza dubbio, sono in gioco. Se i complottismi e le dietrologie non mi appartengono, mia amica è invece l'indignazione che cresce, cresce. Cresce a ogni titolo allarmista e poi smentito, a ogni informazione falsa e non verificata, a commenti superficiali sui social di utenti esperti di tutto e di niente. Ecco come mamma, come cittadina, come giornalista mi indigno, mi interrogo. E mi preoccupo. Della pericolosità della cultura del pregiudizio, delle opinioni che non poggiano su dati ma che partono dallo stomaco, dei danni che un giornalismo frettoloso e senza etica può provocare.
La forza dell'esempio, la positività delle esperienze, la testimonianza diretta come antidoto alle calunnie gratuite, alla condotta riprovevole di alcuni giornalisti, al pressapochismo nei social. Per questo ho scelto di aprire un blog e di raccontarvi di me, della mia bimba, della mia famiglia. Per gli stessi motivi ho chiesto ad alcune famiglie vegan di inviarmi scatti dei loro bambini. Bambini veramente vegan. Sani, belli, burrosi. Una piccola provocazione fotografica per provare come un'educazione alimentare diversa sia comunque possibile e praticabile. Per assicurare e rassicurare sulla crescita in salute di bambini come Manuel, Gaia, Lorenzo, Marta, Alice, Gabriele, Sara. Buone nuove che però non accalappiano click e non mettono in subbuglio lobby e sistemi commerciali. Ma ripeto, non importa.

lunedì 11 luglio 2016

Insalata di farro con carciofi, mais e olive nere

14:08:00

C'è stato un tempo in cui l'odore delle fettine panate si mescolava a quello della protezione solare. Quello delle giornate al mare con mia madre, i miei fratelli, la nonna, gli zii e i cugini. Tutto era fritto, tranne gli ombrelloni, i braccioli e gli asciugamani. Rinunciare al banchetto domenicale? Giammai. La manciata di ore trascorse sulla spiaggia di Ostia – il mare dei romani – era la trasposizione in bikini dei nostri grossi grassi pranzi familiari. Le borse frigo erano macigni. Dentro pasta fredda, lasagne, parmigiana, peperoni e pomodori ripieni, patate al forno, polpette, cotolette, fettine ai ferri, salumi, formaggi, pizza bianca, pizza rossa, olive nere, olive verdi, cocomero e melone. Non so come, ma riuscivamo persino a fare il bagno senza affondare. Col tempo (e forse grazie a qualche indigestione) le borse frigo sono mano mano diminuite. Less is better than more. Solo che less, a casa mia, significava meno di quello, ma più di questo: così valanghe di insalate di riso ci hanno travolto. Anzi stravolto. Uno tsunami in chicchi generato da un fraintendimento linguistico. Ma almeno più leggeri e meno unti tornavamo a casa, sazi solo di mare, risate e castelli di sabbia sul bagnasciuga.
A breve porteremo, per la prima volta, Cecilia al mare. Questa volta non ci saranno mia madre, i miei fratelli, mia nonna, gli zii e i cugini. E neanche l'insalata di riso. Ci saremo solo noi, forse Zenzero e una manciata di chicchi di farro. Ai vecchi ricordi ne aggiungerò dei nuovi aspettando un nuovo tempo. Quello che ci vedrà di nuovo insieme. Sotto il cielo di Ostia o di Catania. E, pensando alle assenze, ci faremo distrarre sul bagnasciuga dalle nuove piccole presenze.

ingredienti
320 gr di farro perlato
300 gr di carciofi a spicchi
150 gr di mais dolce
olive nere
olio extravergine di oliva
sale e peperoncino

difficoltà
facile

cottura
40 minuti

preparazione
40 minuti

Puoi preparare l'insalata di farro con tanti ingredienti diversi e in porzioni abbondanti perché il giorno dopo è ancora più buona. Per la mia ho utilizzato quello che offriva il frigo (mais e olive nere) e il freezer (carciofi). Sì, anche i vegani acquistano prodotti congelati! Per rendere questo pasto più completo e nutriente puoi aggiungere piselli e prezzemolo che col resto si sposano alla grande. Per iniziare fai cuocere per 40 minuti il farro in acqua salata (circa il doppio del suo volume) e togli dal fornello solo quando il liquido sarà completamente assorbito. Nel frattempo in una padella versa i carciofi ancora surgelati con due cucchiai di acqua e falli cuocere, con coperchio, per 10 minuti circa. Quando saranno ben rosolati aggiungi sale, aglio e peperoncino in polvere. Una volta raffreddati puoi aggiungerli al farro, al mais e alle olive. Buon appetito!

mercoledì 6 luglio 2016

Lo svezzamento di Cecilia dagli 8 ai 10 mesi

16:39:00
Mia figlia è un vulcano: rotola, si ribalta, fa il ponte, si mette seduta da sola, prova ad andare a carponi e ride, ride, ride. Ha un faccino vispo e due guanciotte simpatiche che non riesco a smettere di guardare. Sono Cecilia dipendente, lo ammetto. Ma anche lei ha un debole, quello per la mamma: piagnucola se sparisco dall'orizzonte e si dimena dalla felicità appena riaffioro. Quando la mammite diventa acuta do voce alla mia ugola scordata: per le sue orecchie sono la migliore performer del mondo, anzi, dell'Universo. Se intono poi “Singapore” dei Nuovi Angeli (non è una hit di primo pelo, lo so, ma la memoria è importante!) la ipnotizzo all'istante e il lamento si disperde fra le sue risate. Insieme e con poco ci divertiamo molto e, anche il pranzo – l'unico pasto sapido della giornata, così come indicato dalla pediatra – è un momento piacevole: il piatto, dopo 5 minuti e 1.000 sorrisi a sei denti, è vuoto, pulito, luccicante. Sì, Cecilia è una buongustaia e la crescita da manuale ne dà la conferma: quindici giorni fa, a 8 mesi ancora da compiere, pesava 8 kg e 390 gr e la lunghezza toccava circa 68 cm. È tonda, soffice e bianca come un marshmallow.
 
Cosa le diamo da mangiare ora? Più o meno gli stessi alimenti, con qualche nuova aggiunta e maggiori quantità. La sua giornata alimentare è così organizzata:
 
ore 07:30/08:00 colazione
ml 210 di latte di riso formulato con un biscotto
 
ore 12:00/12:30 pranzo
brodo vegetale
pastine, creme o farine di cereali con legumi (in alternativa tofu cagliato con il calcio o yogurt di soia senza zucchero) e verdure di stagione
frutta secca polverizzata
olio d'oliva e olio di semi di lino a freddo
10 gocce di succo di limone
integratori di vitamine (tra cui la B12 e la D) e di omega-3 da fonte algale
 
ore 16:00/16:30 merenda
frutta di stagione o yogurt addizionato con il calcio
 
ore 20:00/20:30 cena
ml 210 di latte di riso formulato con un biscotto
 
Presto inseriremo nella pappa anche le germe di grano e le creme di frutta secca e semi oleaginosi. Il picco di dermatite atopica che ha colpito Cecilia intorno al settimo mese, purtroppo, ha rallentato i nostri programmi. Abbiamo dovuto appurare che non fosse di origine alimentare, togliendo e poi aggiungendo gli alimenti che già avevamo introdotto, per poi ripartire con le varie aggiunte.
 
Questa è la ricetta preferita di Cecilia: fili d'angelo con tofu e zucchina.
Dopo aver schiacciato con una forchetta 20 gr di tofu cagliato con il calcio lo aggiungo in 220 ml di brodo (preparato con acqua calcica e una carota, una patata, una zucchina e 6 fagiolini). Quando inizia a bollire aggiungo 2 cucchiai abbondanti di fili d'angelo e faccio cuocere per 4 minuti. Nel piatto, nel frattempo, schiaccio anche un cucchiaino di zucchina (quella del brodo). La copro con la pastina, aggiungo 2 cucchiaini di mandorle polverizzate, un cucchiaino di olio evo e 10 gocce di limone. Quando la pappa è tiepida è la volta del cucchiaino di olio di semi di lino e, poi, con un paio di bocconi le do l'integratore da fonte algale (il calore, ricordo, ne distrugge l'apporto di grassi omega-3) e le vitamine.

martedì 5 luglio 2016

Smoothie fragole e banana

11:13:00
È piovuto il caldo. Catania e il suo barocco nero di pietra lavica cuociono nel calore di un'estate arrivata in ritardo, ritardissimo. Fuori gli ultimi echi di una città che non conosce il silenzio e che si quieta soltanto in agosto, quando le viuzze del centro storico si fanno attraversare da piedi forestieri e da cuori autoctoni taciturni. Dentro gli ultimi bollori, quelli del brodo vegetale di Cecilia. E mentre lesso insieme alla patata, alla carota, alla zucchina e ai fagiolini mi ripeto che è arrivato il momento, il momento per il mio rinfrescante e genuino smoothie! Così, mentre la bimba dorme e Zenzero pure, mi metto all'opera e preparo la bevanda con una manciata di fragole e una banana.

ingredienti
1 banana
15 fragole
125 ml di latte di mandorla
10 gocce di limone
4-5 cubetti di ghiaccio

difficoltà
facile

cottura 
no

preparazione
5 minuti

Versa il latte di mandorla nel frullatore e aggiungi i cubetti di ghiaccio insieme al limone e alla frutta tagliata grossolanamente. Frulla fino a ottenere un composto liscio e omogeneo e bevi subito! Per lo smoothie, così come per il frullato o le centrifughe, puoi usare tutta la frutta e la verdura di stagione che vuoi variando anche il tipo di latte vegetale. Puoi prepararlo anche solo con acqua o succo di frutta.

sabato 2 luglio 2016

Torta al pistacchio

20:35:00
Coi primi e i secondi me la sono sempre cavata superando la sufficienza. Ma coi dolci, che tragedia: mai cotti, troppo duri, troppo molli, poco lievitati. Mai riusciti insomma! Poi la perla in tv di uno chef: «La pasticceria è chimica. Se rispettate le unità di misura il risultato è assicurato». Ma non poteva dirmelo prima? Io, nelle torte, ci mettevo sempre tutto, ma proprio tutto. Cuore, sentimenti e pure gli ingredienti, certo. Ma niente, la negazione più totale. Dotta di questa verità mi sono messa al lavoro e i-n-c-r-e-d-i-b-i-l-m-e-n-t-e ho sfornato una torta al pistacchio d-e-l-i-z-i-o-s-a! Lo chef aveva dunque ragione... ma allora cosa sbagliavo? Perché il cuore e tutti i sentimenti, io li metto ancora! 

ingredienti
250 gr di farina integrale
100 gr di farina al pistacchio
2 cucchiai di fecola di patate
180 gr di zucchero di canna
1 bustina di lievito naturale
150 ml di olio di girasole
latte di soia q.b.

difficoltà
facile

cottura
20 minuti

preparazione
10 minuti

Versa l'olio di girasole e il latte di soia in una ciotola e aggiungi mescolando la farina integrale, quella di pistacchio, la fecola, lo zucchero e, in ultimo, il lievito. Se il composto risulta troppo denso metti altro latte. Olia per bene una teglia e inforna per 20 minuti a 180 gradi. Buon appetito!

Un pizzico di me

Ho manie di piccolezza. Mi piacciono i sassi, le foglie, gli origami. Mi piacciono gli occhi che non mentono, le dita che sfogliano, i piedini che calciano. Mi piacciono le parole semplici e gli haiku complessi, le chiavi che aprono ma non serrano, i coriandoli che volano, le frittelle che ingrassano. Mi piacciono le gocce di rugiada e le bolle di sapone. Sì, mi piacciono le piccole, le piccole grandi cose.

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